Rep padano

vae victisREP PADANO

Sono un leghista porcone e razzista
e fin da quando io ero di sinistra,
odio l’ipocrisia del fariseo
più di quanto un arabo odî un giudeo.
Or che radical chic è divenuta,
dell’arte e del mestier di prostituta
mostrando gran disprezzo e diffidenza,
anch’io ho cambiato residenza.

Guardoni, dell’intimità spioni,
e puritani rossi ed indignati
da un lato insorgono scandalizzati,
poi gustano dall’altro i culattoni.
Se i greco antichi usi son tornati
e gay e lesbiche son liberati
perché tant’astio della meretrice
e odio dell’etera ammaliatrice?

Del corpo faccia ognun nella sua tana
ciò che ritiene giusto e che più sente.
Per questo ho simpatia della puttana,
quando la scelta è libera e cosciente
e non dà pregiudizio, quando è sana,
anche se chi la paga è un presidente
che non deve alla moglie ormai più niente
né allo Stato una castità inumana.

Di quei retrogradi odio la razza
che vogliono immutabile la Carta
per fare sì che il ribaltone parta,
tal che dell’urna il risultato spiazza.
Se il Cavalier eletto è sputtanato,
gustando a letto un frutto proibito
dal rubro giudice che sia inibito,
ma all’urne il popolo sia richiamato.

E non facciam della morale trita
ché sol di anagrafe era minore,
la rubacuori bella e preferita,
non certo d’ambizioni sue future
o per le dimensioni del suo cuore,
per non citar le altre sue misure.

Non credo in chi, le aule frequentando,
per professione si ritenga giusto,
se prova poi un pervertito gusto
al reo la sua condanna decretando
e del potere suo egli abusa
per volgere il politico confronto
in becera gazzarra e confusa.

Che muoia chi vende la morte in busta,
io non mi curo del drogato, che odio
assieme a poi chi troppo l’alcool gusta,
se in fin per futili motivi ammazza
o se inseguendo un illusorio podio
nell’auto che lanciata in curva impazza.

Odio le razze tutte dei violenti,
sian guardie, dei tifosi o rivoltosi.
Odio la razza turpe dei mafiosi,
politici corrotti, conniventi,
oscuri parassiti delle Stato,
i perfidi approfittatori inclusi,
gli assenti il cui salario… è rubato,
abbandonando beni ormai disusi,
chi i parchi naturali verdi mina
e i grassi campi con veleni inquina.

Odio dei furbi la cleptomania
tal che truffando il prossimo e lo Stato
il ben comune è presto dissipato,
e il vivere civil torna anarchia.
Dei cani io non odio gli escrementi,
ma la canina razza che amministra
e che cemento fa dei verdi ambienti.
Odio i ladroni che nel buio vanno,
con gli sciacalli, i centri di sinistra,
quando un diritto del rubar si fanno.

Stolto chi vittima Caino fa
di un triste o vuoto ambiente famigliare,
più che d’Abele che Dio volle amare
e minima pena al misero dà,
ma l’uomo agisce sempre in libertà.
Libera scelta c’è fra il bene e il male
e lui nel fuoco eterno brucerà.

Ho pena delle umane società
che trattano le donne di animali
e i figli sgozzano come maiali
e del relativismo che ora dà
alle culture pari dignità,
negando di altre l’inferiorità.

Chi già lottò per le diversità
ne soffoca l’idea federale
e sol per convenienza regionale
or le nega per forzare l’unità.
Così l’immobilismo garantisce,
con privilegi e antiche regalie,
la sussistenza di chi poi tradisce.

Il demagogo odio della massa
che i torvi eccessi guida insanguinati
ed in rivolta armata della piazza
volge i cortei pacifici e ordinati,
ma se dal despota son dominati
con sorda e feroce tirannia,
del sacro fuoco son gli umani armati
per fare dei tiranni pulizia.

Perdoni qui il purista comunista
la poca ortodossia e il nessun cenno
all’operaio rosso statalista,
ma è ora di emular il gallo Brenno,
un cispadano fiero e ante-leghista,
e al mondo e all’urbe urlar il proprio sdegno.

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